Oggi sono pungente. Pungente al punto giusto credo. Pungente perché chiunque, dopo un anno di prese per il culo, lo sarebbe. Pungente perché chi predica bene, alla resa dei conti, “beve” ipocrisia e si veste di falsità ogni singolo minuto della sua vita.
Così, oggi, voglio condividere con voi la fiaba danese scritta da Hans Christian Andersen dal titolo “Il vestito nuovo dell’imperatore”.
Qualcuno di voi, magari, conosce già questa fiaba… qualcuno invece no… e allora iniziamo a raccontare brevemente.
La fiaba parla di un imperatore vanitoso, completamente dedito alla cura del suo aspetto esteriore, e in particolare del suo abbigliamento. Un giorno due imbroglioni giunti in città spargono la voce di essere tessitori e di avere a disposizione un nuovo e formidabile tessuto, sottile, leggero e meraviglioso, con la peculiarità di risultare invisibile agli stolti e agli indegni.
I cortigiani inviati dal re non riescono a vederlo; ma per non essere giudicati male, riferiscono all’imperatore lodando la magnificenza del tessuto. L’imperatore, convinto, si fa preparare dagli imbroglioni un abito. Quando questo gli viene consegnato, però, l’imperatore si rende conto di non essere neppure lui in grado di vedere alcunché; attribuendo la non visione del tessuto a una sua indegnità che egli certo conosce, e come i suoi cortigiani prima di lui, anch’egli decide di fingere e di mostrarsi estasiato per il lavoro dei tessitori.
Il re sfila senza vestiti nell’acquiescenza generale. Col nuovo vestito sfila per le vie della città di fronte a una folla di cittadini i quali applaudono e lodano a gran voce l’eleganza del sovrano, pur non vedendo alcunché nemmeno essi e sentendosi essi segretamente colpevoli di inconfessate indegnità.
L’incantesimo è spezzato da un bimbo che, sgranando gli occhi, grida con innocenza “Il re è nudo”. Nonostante ciò, il sovrano continua imperterrito a sfilare come se nulla fosse accaduto.
Ecco la fiaba del “Re Nudo”. Una fiaba sempre attuale che viene spesso usata per riferirsi al concetto della “verità”. Verità nascoste. Verità che “vogliono” essere taciute per pura comodità.
Ecco. Mi è successo proprio in questi giorni di parlare di un fatto ed esordire dicendo: “il Re, ora, è nudo”.
Ma badate bene amici, come nella fiaba, il re continua a sfilare nonostante la sua nudità come se nulla fosse. Così come nella fiaba accade nella vita.
Tutti i “Re Nudi”, quelli scoperti, continuano imperterriti nel loro percorse… mentendo agli altri pur di portare avanti l’amore, viscerale e smisurato, per se stessi.
Ma voi… cercate sempre la verità… non vi fare “fottere” dalle parole… non lo fate mai. Un giorno, magari, come ho fatto io… potrete urlare: “IL RE E’ NUDO”.
Magari il Re non ammetterà mai… ma voi… avrete capito tante e tante cose!
Baci “malefici” a tutti… o quasi tutti…
La storia è anche usata per riferirsi al concetto della “verità vista attraverso gli occhi di un bambino”, ovvero al fatto che spesso la verità viene proclamata da una persona troppo ingenua per comprendere le pressioni esercitate all’interno di un gruppo affinché essa venga taciuta. Nell’opera di Andersen il tema della “purezza degli innocenti” ricorre anche in molte altre fiabe.