“Carlo che stai facendo..perché?”.
Sono queste le ultime parole pronunciate da Cristina al marito Carlo.
Si trovavano nel soggiorno della propria villa quella sera. La stesse sera della prima dell’Italia.
I bambini. Il frutto del loro “amore” dormivano tranquilli nella camera di sopra.
Fanno l’amore Cristina e Carlo. Fanno l’amore come due persone che si amano.
Carlo, poi, si alza per andare in cucina mentre lei, Cristina, resta sdraiata nel divano a guardare la tv.
Carlo torna e con sé non ha un bicchiere d’acqua ma un coltello.
Lo impugna. Spunta alle spalle della donna, della moglie. La colpisce. La colpisce di punta tra le gola e le spalle.
Cristina guarda negli occhi l’uomo, il suo uomo, quello che credeva fosse amore, il suo.
Carlo non si ferma e sale al piano di sopra. Affonda la lama, la stessa che ha ucciso Cristina, nella gola dei due figli di 5 anni e 20 mesi.
Scende giù, mentre quella casa diviene teatro della morte. Getta il coltello in un tombino. Si cambia Carlo. Prende la macchia e va a seguire la prima partita dalla nazionale italiana in un bar con un amico.
Trascorrono 90 minuti più 7, complessivi, di recupero.
Carlo torna a casa. Ritorno nel teatro dell’orrore e della morte. Chiama la Polizia e simula la tragedia.
Poi crolla. Crolla e confessa. Confessa che provava amore per un’altra donna. La soluzione più semplice non è chiudere il suo matrimonio ma uccidere la sua famiglia. Quella che contava su di lui.
Carlo confessa e chiede il massimo della pena.
Carlo? Che cazzo di uomo sei?
Sei un uomo piccolo come mille altri. Un uomo che viene chiamato così solo perché essere umano.
Carlo? Non sei un uomo. Sei un mostro. Un mostro feroce. Sei un uomo come tanti altri che vede le donne come strumenti.
Carlo è un uomo piccolo. Questo lo sappiamo noi.
Carlo in realtà si sente un uomo forte. Un uomo che può tutto. Un uomo importante. Un uomo forte che ha preso in mano un coltello per porre fine alla sua “sofferenza”. Carlo è un uomo che guardando in faccia sua moglie, guardando quel volto disperato, guardando la madre dei propri figli, la donna con la quale aveva fatto l’amore pochi minuti prima… non ha avuto pietà.
Carlo è lo stesso uomo che dopo aver sgozzato la moglie si è spinto a uccidere i propri figli. Il bene più grande che un uomo può avere al mondo.
Carlo è lo stesso uomo che sorride, nelle foto, vestito da sposo mente abbraccia la sua Cristina e le tiene strette le mani. Le stesse mani che hanno ucciso.
Carlo non è un uomo. E se Cristina non avesse parlato di violenze per paura, come moltissime donne?
Cristina invece è una donna. Donna e colpevole di essere tale. E’ donna Cristina. Cristina ha sognato l’amore e ci ha creduto. E’ bella mentre abbraccia Carlo nel giorno delle nozze. Splendono gli occhi di Cristina mentre abbraccia il suo uomo.
Ora Cristina non c’è più (come i SUOI figli). Cristina è morta. Cristina è l’ultima vittima del #FEMMINICIDIO.
Cristina ha pagato la sua colpa… essere donna.
E Carlo…? Carlo piange come un bambino. Lo stesso bambino che ha avuto la forza di consumare una tragedia.
Carlo non è un bambino. Carlo è l’ennesimo mostro. Carlo è l’ennesimo carnefice. Carlo è l’ennesimo uomo che questo Stato dovrebbe rinchiudere dentro le carceri gettando via le chiavi.
Vaffanculo Calo. Che Dio ti maledica per sempre, fino alla fine dei tuoi schifosi giorni.
Ciao Cristina. Ciao Donna. Ciao bambini. Ciao figli di Cristina. In realtà un padre voi due non lo avete mai avuto. E Cristina…. ? Cristina ha solo avuto la sfortuna di essere una donna con a fianco un mostro.
Basta al #FEMMINICIDIO. Donne denunciate. Non permettete agli uomini di picchiarvi. Chi vi picchia non vi ama. Chi prova ad uccidere il vostro cervello, il vostro corpo e la vostra dignità non vi ama e non potrà mai amare nessuno se non se stesso.
Siate forti… denunciate e fatelo per voi.