TORNO A SCRIVERE? MA SI… TORNO E NON VADO PIÙ VIA!

Malefica-Alessia-Zeferino

Malefica-Alessia-ZeferinoLa domanda più frequente è: “MALEFICA… PERCHE’ HAI SMESSO DI SCRIVERE?”

Bellissima domanda. Ho evitato di rispondere per parecchi mesi… fino a quando, domenica, ho detto la verità ad una lettrice che è diventata una cara amica, Lucia.

Ho smesso di scrivere perché il mio stomaco non regge più quello che vede.

Rapporti contorti basati sulle menzogne più perverse. Un mondo virtuale pieno zeppo di violenze.

Animali uccisi nei modi più barbari. Bambini picchiati. Pseudo “bullette” che si divertono a picchiare coetanei per poi postare i video (girati tramite telefono) da qualche amica o amico fenomeno.

Ed ecco svelato l’arcano mistero della mia presunta “scomparsa”. Sono solo stanca di vedere tanta di quella merda da riuscire a sentirne anche l’odore.

Le mie mani scorrono veloci sulla tastiera mentre scrivo queste righe. La volete davvero Malefica? Lo volete davvero un ritorno?

Bene. Da oggi ricomincerete a leggere ogni piccolo frammento del mondo visto a modo mio. Nell’ottica di una trentenne tatuata, bionda, giornalista, piena di ferri, che ama il rossetto rosso, che quando iniziò a fare la giornalista aveva il sacro fuoco che non è riuscita a conservare del tutto.

Iniziamo… Si. Iniziamo.

Quando avevo 16 anni ero una ragazzina con i capelli ricci e lunghi fino a sotto il sedere. Portavo i pantaloni larghi e le felpe. Quando avevo 16 anni non avevo un cellulare ma ero sempre puntuale agli appuntamenti con famiglia e amici. Quando avevo 16 anni avevo tanti sogni nel cassetto. Quando avevo 16 anni non mi truccavo. Quando avevo 16 anni il sabato sera alle 23 ero già a casa. Quando avevo 16 anni non c’erano le discoteche ma le feste in casa con gli amici. Quando avevo 16 anni l’idea di dare un bacio a qualcuno mi scombussolava talmente tanto lo stomaco da non farmi dormire la notte. Quando avevo 16 anni collezionavo ancora le figurine e, di nascosto, pettinavo le mie bambole. Quando avevo 16 anno il trauma più grande che ho rimediato è quello di essere stata chiamata: “tettona”. Qual trauma me lo porto ancora oggi quando mi accorgo di sedermi o camminare incurvando la schiena in avanti.

Poi i 16 anni sono passati… in fretta. E insieme alla voglia di diventare giornalista è sopraggiunta quella di tatuarmi. Apriti cielo… accusata di stregoneria… messa in croce per una scelta che piangerò io e solo io.

Oggi a 30 anni mi accorgo che sono stata un’adolescente mostruosamente NORMALE.

Il motivo è semplice. Oggi sono cambiate le prerogative, gli obiettivi. Oggi per essere figa devi avere un telefono da urlo. Oggi per essere fida devi mostrare… devi osare… ti devi spingere oltre i limiti.

Ecco che inizia la fiera degli orrori. Per strada il sabato sera vediamo passeggiare 16enni con tacchi talmente vertiginosi da ricordare l’esordio delle Space Girls. Scoperte da non lasciare nulla all’immaginazione, molte di loro, camminano su quei tacchi come se fossero dei dinosauri dimenticando l’età anagrafica.

Oggi per essere figa devi filmarti mentre simuli momenti erotici. Oggi a 16 anni fai cose da lasciare sconvolto uno di 30. Oggi a 16 anni se non rispetti quei canoni di bellezza sei fuori.

Certo che sei fuori. Vieni emarginato. Cacciato fuori dal gruppo. Perché se hai un chilo di troppo tutti sono pronti a prenderti per il culo. Perché se non indossi le marche più griffate sei completamente scaduto.

Grazie al cielo, ogni tanto, mi perdo negli occhi di qualche adolescente VERO e non TAROCCATO.

Quelli che non hanno grilli per la testa. Quelli che magari vivono male certe situazioni e sorridono lo stesso dimostrando di essere decisamente migliori rispetto alla propria generazione.

Ecco… tutto questo mi spaventa. Mi spaventa davvero.

Ed io? Io rimpiango i miei 16 anni, quando un panino con la Nutella ti cambiava il pomeriggio. Quando un cartone animato al cinema ti faceva sorridere e sognare per settimane. Quando i problemi non esistevano.

A 30 anni, dopo tanti calci in culo presi, molte cose sono cambiate. A 30 anni vorrei solo tornare 16enne e cercare la spalla di mia mamma dove versare qualche lacrima senza dover correre, sempre, da un lato all’altro della città. A 30 anni vorrei solo vedere più sogni e meno “minchiate” da parte dei giovanissimi.

Perché domani, magari, si pentiranno di non aver sognato. Domani, magari, si pentiranno di quello che hanno fatto troppo in fretta bruciando ogni tappa.

E’ il momento di una sigaretta…

Baci “malefici” a tutti… o quasi tutti…

Eh… forse aveva ragione J-Ax nel lontano 1998

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