Le sfumature di Padre Filippo, quel prete/padre che resterà nel cuore di tutti

Padre Filippo Todaro

Da domenica, ciascuno di noi ha perso una consapevolezza, ma ne ha acquisita una nuova. Se ognuno di noi, dentro le mura della propria abitazione e all’interno del proprio cuore pensava di avere un rapporto “privilegiato” con lui si sbagliava. Perché lui, in 54 anni, quel rapporto “privilegiato” lo ha mantenuto con tutti senza alcune distinzione. Da quando aveva “scoperto” i social coglieva ogni occasione per commentare, fare gli auguri… insomma manifestare ancora di più la sua vicinanza.

Per chi non lo ha vissuto, i suoi modi di fare hanno quasi rappresentato una leggenda metropolitana rinchiusi in quell’interminabile labirinto di “Alice nel Paese delle Meraviglie” dove le rose si animavano a da quasi ibride scoppiavano di rosso come a simboleggiare amore. Quell’amore che in 54 anni ha avvolto generazioni su generazioni.

Se arrivavi in ritardo a scuola o provavi, senza riuscirci, a “caliare” un solo giorni sapevi che davanti a te, nonostante avessi tentato ogni nascondiglio possibile, si manifestava lui. Testa inclinata verso il basso che iniziava ad oscillare da destra a sinistra prima silenziosamente, poi con un mormorio incomprensibile, fino ad un sonoro “nooooooo”. Un “no” che ti pietrificava, rendendoti quasi una statua di marmo. Quando sentivi il tintinnio di un “mostruoso” mazzo di chiavi agganciate all’occhiello del pantalone, iniziavi ad avvertire subito chiunque fosse nel tuo raggio visivo urlando “ou… ou… c’è Filippo”. Ma lui era talmente bravo ad aggirarsi tra i corridoi di “casa sua”, il Collegio Santa Maria, da evitare che quel rumore si sentisse agguantando tutte le chiavi tra le mani. E tu? Tu eri fregato.

Lui. Padre Filippo ti aveva “beccato” in fallo. E uno “scuppazzuni” (che non ha mai ucciso nessuno nel corso delle generazioni, ndr) seguito da un urlo di almeno cinque minuti che scandiva le parole “cretiiino” o “scimunito”ti facevano capire che avevi commesso un errore.

In 54 anni anni a Siracusa, da preside e rettore del Collegio Santa Maria, e professore in altri istituti superiori, Padre Filippo non è stato un semplice prete ma una vera e propria istituzione. Un uomo che ha fatto della sua scelta di vita un percorso di recupero sia per i ragazzi meno fortunati che ha tentato di salvare in ogni modo possibile sia per chi ha scelto di intraprendere il percorso scolastico in quella scuola che, con un pizzico di cattiveria, in molti  apostrofavano “re pignateddi”,  ma che ha vantato la presenza di professori di spessore e alunni che oggi, nella vita, sono professionisti, dirigenti o lavoratori in più campi . Perché in quella scuola, nonostante ciò che si possa dire si studiava, e non poteva essere altrimenti perché c’era lui… pronto a manifestarsi ed a farti restare in punizione in classe, a tradurre infinite versioni di latino, anche oltre le ore scolastiche.

Ma Padre Filippo Todaro non era solo questo. Era anche lo stesso che rideva quando beccava qualcuno degli alunni intenti a fare la sua imitazione. Sorrideva, poi per il suo ruolo diventava serio ma continuavano a sorridere i suoi occhi. Lui afferrava le chiavi e andava via dicendo: “Non si fa l’imitazione del preside”. Non importava se non avevi i soldi per la retta scolastica, lui ti buttava dentro la classe senza pensarci due volte. Perché per lui qualsiasi anima era un dono.

Padre Filippo era il parroco che ognuno di noi, nel corso degli anni, anche dopo aver abbandonato il “labirinto” di corridoi e aule, chiamava spesso al telefono o lo andava a trovare per un consiglio. Era quel Filippo che, in presidenza, alla fine del famoso “corridoio del terrore”, conservava appese al muro le foto degli alunni morti troppo giovani. Era quell’uomo che se non ti rispondeva al telefono si premurava di richiamarti subito perché sapeva che tu avevi bisogno di lui. Era quell’uomo che si commuoveva spesso tentando di non darlo a vedere. Era quell’uomo che ricordava singolarmente ogni nome di chiunque avesse attraversato il suo cammino, anche dei bimbi delle varie colonie estive che organizzava nel migliore dei modi prendendosi cura di ogni dettaglio.

A 79 anni, dopo aver ricevuto gli auguri di compleanno sui social (dove come descrizione aveva inserito, come lavoro,  – al servizio della gioventù presso Presso Collegio Santa Maria di Siracusa), che prontamente ricambiava sempre con un cuoricino, è andato via. E’ andato via, ma quel rapporto speciale, privilegiato, che ognuno di noi pensava di avere in esclusiva,  si è scoperto essere un legame che condividevamo con tanti altri che l’avevano conosciuto. E’ proprio quello che discutevamo, tra le lacrime con Simona Gatto, anche lei ex educatrice presso l’istituto.   Non appena si è saputo della sua dipartita, il salone del Santa Maria – adibito a camera ardente per rendergli omaggio,  non ha cessato di vedere un via vai di persone che hanno voluto, con le lacrime agli occhi salutare quel prete/papà

Nonostante il caldo rovente, la chiesa della Mazzarona (quartiere che lui amava) si è riempita di giovani e meno giovani, professori, ex operatori e signore della mensa, come di chiunque lo conoscesse. Tutti puntuali in quella chiesa per l’ultimo saluto a Padre Filippo, come se potesse ancora arrivare un suo rimprovero per il ritardo.

Lo hanno portato a spalla professori e ex alunni, in lacrime. Mentre, altri, tra le lacrime ed un misto di “rabbia” per la perdita di una figura che si pensava essere “eterna” ha esordito dicendo: “Fumiamo adesso una sigaretta, giusto perché se fosse qui, adesso, ci riproverebbe perché detestava quando fumavamo”.

“Gioia… sei una bestia” vorrei che lo scrivessi mi ha confessato un ex alunno Peppe Giunta. “Me lo diceva sempre quando mi rimproverava come faceva con tutti ma nessuno di noi ha mai osato dire nulla perché in quel sei una bestia ognuno di noi leggeva un senso di protezione perché noi, come diceva spesso, eravamo i suoi figli e tali ci considerava”.

Solo il 12 giugno, qualche giorno prima di andare via nel giorno del suo compleanno, scriveva sul profilo social: “RINGRAZIANDO IL SIGNORE PER AVERMI CONCESSO IL DONO DELLA VOSTRA PRESENZA NELLA MIA VITA. Volevo rispondere ad ognuno degli amici/che che mi hanno augurato un buon compleanno. Oggi compio 79 anni e non posso che ringraziare il Signore per avermi dato la grazia di incontrare ciascuno di voi e di avermi concesso la grazia di servire il SIGNORE attraverso la vostra presenza nella mia vita. Credetemi, i vostri messaggi hanno richiamato alla memoria tutti voi, tutta la nostra vita trascorsa insieme nel nostro Collegio Santa Maria. Abbiamo avuto i nostri momenti no, ma abbiamo sempre saputo superarli e iniziare un percorso nuovo, aiutati sempre dalla GRAZIA di DIO e dalla protezione materna della nostra VERGINE SANTISSIMA, la nostra MAMMA MARIA. Solo il ricordo della vostra presenza nella mia vita mi commuove e mi fa ringraziare il Signore perché mi ha voluto bene attraverso ciascuno di voi. Anche io vi ho voluto bene e in 50 anni della mia presenza tra di voi non ho mai chiuso il dialogo con ciascuno di voi, se non per brevi periodi che finivano sempre con una risata liberatoria. Un abbraccio a tutti voi, con l’augurio che possiamo costruire una società di pace e di serenità. Vostro padre Filippo Todaro”.

E anche se alcuni di noi, nel tempo, hanno smesso di pregare, c’era lui a tenerci sempre presenti.

La verità è che nel suo saluto a tutti, usando la parola “vostro”, aveva detto la verità.

Perché ciascuno di noi non riuscirà mai a dimenticare il “suo” Padre Filippo.

5 thoughts on “Le sfumature di Padre Filippo, quel prete/padre che resterà nel cuore di tutti

  1. Io già lo ho invocato nel momento del bisogno di spingermi con amore verso Dio Gesù e lo Spirito Santo per abbracciare la Bontà Trinitaria indispensabile per noi peccatori per essere sempre nella Grazia che alimenta la nostra vita di cristiani !

  2. Roberto says:

    Condivido tutto,grande Padre Filippo e magnifici anche gli altri preti che hanno fatto grande il S.Maria .Gloria a Padre Filippo e salute agli altri che sono rimasti.

  3. Mirko says:

    Ho vissuto un’infanzia disagiata e molto povera, tanto che mia madre non poteva permettersi di pagare gli studi. Padre Filippo corse in mio aiuto, catapultandomi a scuola dalla prima media fino all’ultimo anno, senza chiedere nulla, mai!

    Marinavo molto spesso la scuola, alle volte per un mese intero. Lui si presentava spesso e volentieri a casa dai miei per tirarmi le orecchie nel vero senso della parola. Sono riuscito a vederlo un’ultima volta a giugno; passavo di lì dal Santa Maria e qualcosa sussurrava dentro di me che avrei dovuto cercarlo. Sentivo che in qualche modo sarebbe stata l’ultima volta perché poi il giorno dopo sarei ripartito per Londra.
    È stato un momento strano, bello e intenso. Entrare da quel cancello e attraversare quella strada lunga che costeggiava i campetti. Quanti ricordi riaffioravano ad ogni passo e poi arrivare lì, nel cortile della scuola dove una volta c’era la mensa per gli alunni, l’edificio delle classi, le finestre ancora intatte, come se il tempo si fosse fermato lì.
    Ricordo che salii le scale; lui accettò di vedermi, perché forse c’era la possibilità che non lo facesse, stava già male, ma accettò. Arrivato alla fine delle scale, un tizio annunciò il mio nome: “Mirko è qui”. Sentii la sua voce rispondere: “Sì, fallo entrare”. Mi arrivò alle orecchie quel “sì”, prima di calpestare gli ultimi gradini e vederlo sorridere. Gli chiesi: “Si ricorda di me? Sono Mirko.” E lui rispose: “Certo che ricordo di te, come potrei dimenticarti, ricordo ognuno di voi”.
    Andammo verso la stanza in fondo con passo lento, parlando dei trascorsi. Lui mi disse: “Il mio cuore non funziona molto bene, quando Dio mi chiamerà andrò, sono felice di vederti. Speravo!” In dieci minuti ci raccontammo quasi tutto, dopodiché lo salutai e dissi: “Padre Filippo, la verrò a trovare di nuovo il prossimo anno”. Lui non rispose, mi sorrise soltanto e ci abbracciammo; mi disse solo: “Pregherò per te”.

    È stato un grande uomo, un grande insegnante di vita, così come tutti i professori all’interno del Santa Maria. È stato grande nel rendere tutto questo possibile. Grazie, Padre Filippo, verrò a trovarla di nuovo al Santa Maria.

    Con affetto, Mirko.

  4. Bernardo Garofalo says:

    Lui è un grande e lo resterà per sempre nei nostri cuore e mente,io non passava una settimana che non ci sentivamo attraverso i social e anche con migliaia di altre persone a lui care, penso che il signore abbia un posto speciale per lui e la gente come lui che dona la loro vita a noi pecorelle smarite…. Tvb padre ,amico,fratello Filippo♥️🌹

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