… mancano 22 giorni a Natale e l’unica certezza è che le mie mani sono completamente gelate. Pigio i tasti della tastiera velocemente, come sempre, pensando che questo sarà un Natale strano.
Penso che se un giorno mi avessero detto che avrei dovuto parlare di un’emergenza sanitaria così “importante”, credo mi sarai fatta una risata pensando ad uno scherzo. Che strano questo 2020.
Ricorderò sempre quando Conte dichiarò il lockdown. Avevo cucinato la pizza. Restò tutta nei piatti. L’esigenza di correre fuori era ancora più forte del piacere di mangiare.
Avevo bisogno di vedere cosa stesse succedendo nelle strade.
Volevo incrociare gli sguardi delle persone e, con tutta sincerità, avevo il terrore di restare senza sigarette.
Ricorderò le videochiamate, le canzoni in balcone, la strana sensazione di affacciarsi e di non vedere nessuno per strada. Le file chilometriche per fare la spesa.
La pioggia. Si, il rumore della pioggia. Un rumore che adoro e che il silenzio amplificava ancora di più.
Un anno davvero strano questo 2020.
Un anno che per buona parte ci ha riservato soltanto cattive sorprese.
Fisso il calendario. Oggi è la giornata internazionale delle persone con disabilità. Una giornata proclamata nel 1981 con lo scopo di promuovere sia i
diritti sia il benessere dei disabili. E penso che c’è ancora tanta strada da fare.
Perché la disabilità si vive nella mente di chi ha pregiudizi e cattiveria… e credetemi… ce n’è davvero tanta. Guardiamo ancora un disabile con compassione non comprendendo che la disabilità risiede in chi la vede con occhi distorti.
Oggi sono di poche parole. Bastano queste.
Mentre scrivo le lucine di Natale che ho attaccato al muro brillano, e mi perdo.
Mi perdo come non mi sono mai persa. Mi perdo pensando a quando ero bambina e tutto era diverso… i problemi erano diversi, anzi… non c’erano.
… mancano 22 giorni a Natale e non sappiamo ancora cosa succederà.
Forse, per la prima volta scriverò una letterina a Babbo Natale, anche se sono abbastanza cresciuta.
La scriverò perché probabilmente credo che possa farmi bene. Forse gli parlerò di condivisione. Una parola che da mesi, ormai, ci
vede uniti.
La scriverò e magari la condividerò con voi. Per oggi è tutto.
Passo e chiudo.