…I RICORDI E IL PADRE CHE NON HO “MAI” AVUTO!

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download-12Sono nata dopo dieci anni di matrimonio. Sono nata perché mia madre mi ha desiderata più di ogni altra cosa al mondo. Sono nata e credo di essere stata felice, da neonata, come tutti i bambini del mondo.

Del resto ero talmente piccola da non poter neanche ricordare. Del resto ero talmente ingenua da non voler vedere la verità.

Mia madre è stata sempre al mio fianco. Mio padre no… mai.

Sono cresciuta dentro una scatola.

Ricordo quando all’asilo ho dovuto portare e regalare la “mia” casa di Barbie perché in appartamento sporcava.

Ricordo quando, proprio all’asilo, ho consumato il mio piccolo banco di lacrime… perché mio padre si dimenticò di venirmi a prendere… a ritirare… come un pacco postale.

Ricordo quando la notte, come tutti i bambini del mondo, vomitavo e mio padre urlava.

Ricordo quando durante le recite scolastiche cercavo gli occhi di mio padre e non li trovavo mai… o meglio erano puntati su bambine “più belle” (le figlie delle donne che amava).

Ricordo quando non potevo entrare in salone perché sporcavo.

Ricordo che a tavola dovevo sempre mangiare con la schiena dritta, composta e senza fare “molliche”.

Ricordo che quando fui operata di adenoidi il mio peluche preferito “Abramo” (un coniglio bianco) non è stato al mio fianco perché si sarebbe sporcato… infettato… e non sarebbe più potuto rientrare a casa.

Ricordo che sono sempre stata giudicata per i miei capelli ricci e per la mia piccola statura.

Ricordo quando mio padre, accompagnandomi a scuola, urlava: “Non vedo l’ora che finisca e che tu compia la maggiore età”.

Ricordo le infinite lezioni di pianoforte che ho dovuto seguire per renderlo felice nonostante io destassi quello strumento.

Ricordo le urla. Ricordo i suoi modi sempre “superficiali” e il suo apparire “vittima”.

Ricordo tutte le volte che mi sono venute le crisi di panico.

Ricordo tutte, tutte e ancora tutte le gocce che ho preso e prendo per stare calma.

Ricordo che mia madre è stata molto male. Ricordo che poi mio padre è andato via.

Ricordo che lo chiamavo spesso… poi un giorno decisi che avrebbe potuto cercarmi lui… e invece il silenzio.

Ricordo i mesi di silenzio e poi una lettera.

Una lettera… io le odio le lettere.

Dopo quella che trovai indirizzata a una sua “innamorata”… tutte le sue scritture… copiate dai migliori poeti estinti… mi sono sempre apparse superficiali e senza alcuna logica.

Ricordo momenti di pace (pochi) e troppi momenti di tensione.

Ricordo che quando lo chiamai per dirgli che avevo avuto un brutto intervento alla bocca, la sua risposta fu: “Sono stato male anch’io”.

Ricordo la sua assenza sia alla mia laurea triennale sia alla biennale.

Ricordo che ho visto famiglie felici… mentre al mio fianco c’era solo lei… la donna della mia vita… mia madre.

Tra di noi. Tra me e mio padre non c’è mai stato un rapporto… se non legato a vere e proprie “guerre”.

Io non ero la figlia che voleva. Capelli indomabili. Troppo bassa. Una che vestiva con pantaloni larghi. Una con troppo metallo e troppo inchiostro. Una figlia sbagliata.

Mai un elogio per me… che ho sempre cercato, nei suoi occhi, dei segni di approvazione.

Ricordo che ho scoperto parlasse bene di me solo per aprire la bocca con gli amici. Perché in fondo una figlia laureata… una con una tessera professionale fa sempre comodo da nominare.

Ricordo le lacrime.

Ricordo quei messaggi mandati per farmi soffrire nei periodi di festa.

Ricordo troppo… ricordo eccessivamente.

Ma questi ricordi, purtroppo, non possono essere cancellati (magari)!

Oggi se sono quello che sono… lo devo anche a questo. Forse devo dire grazie a lui per la freddezza che mi contraddistingue.

La mia famiglia? Un vero e proprio disastro… una catastrofe.

Cammino ancora con le mie gambe… nonostante sia difficile restare, sempre, in bilico.

La notte (lei non lo leggerà mai) cerco spesso la mano di mia madre per stringerla… perché lei… rappresenta la mia forza.

Io e lei siamo l’opposto. Lei bianco ed io nera. Lei dolce ed io “un animale selvaggio”.  Lei è la donna della pace… io invece della guerra. Ma ci accomunano molte altre cose.

Mi rinfaccia troppe volte il mio eccessivo fumare (ed ha anche ragione)… mi dice che dovrei stare calma… ma non è sempre semplice.

Hai ragione mamma. Vivere con una figlia con me, non è sempre semplice. Ma io ti amo per questo… e tu mi ami con i miei difetti e pregi!

Baci “malefici” a tutti… o quasi tutti!

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