…”BASTARDO NEGRO”? NO… NON LO ACCETTO…

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mano-bianca-e-mano-nera-2Sveglia… Presto!!! E’ una mattina di sole cocente… m’incammino a piedi verso piazza San Giovanni per rinnovare la tessera elettorale.

Il mio immancabile cappuccino con la cannella mi fa tornare il sorriso quando, come una bambina, guardandomi allo specchio mi accorgo di avere i baffi di “latte” sulle labbra.

Sorrido… c’è un sole troppo bello per essere tristi…

Scendo per via Piave… il posto dove sono cresciuta… il posto dove ho visto mille botteghe chiudere per via della crisi… il posto dove passeggio quando sento la mente invasa dai pensieri…

Entro a comprare delle pesche… mi soffermo a sentirne il profumo… sento odori familiari… rido ancora come una bambina… (nonostante l’età si resta sempre bambini)…

Cammino ancora… sono ferma a chiacchierare con una signora che mi ha vista nascere… parla… ma il sole mi distrae… giro il volto e guardo la traversa… via Statella…

Il sole mi scalda la pelle ma non mi impedisce di vedere… (chi mi conosce sa perfettamente che indosso fino alle 19 di sera i miei immancabili occhiali da sole… posso osservare tutto senza che nessuno si accorga di nulla)…

Una macchina si ferma per dare diritto di precedenza… ok… è normale…

Un botto… la vettura dietro non rispettando la famosa e sconosciuta “distanza di sicurezza” si pianta diretta sulla macchina avanti…

Il conducente, un signore anziano, esce dal’auto… ed esce anche il ragazzo tamponato… un giovane di colore…

“Bastardo negro di merda”… sono queste le prime parole che escono dal “simpatico” ed “educato” signore anziano…

Non riesco a frenarmi quando vedo che sta per mettere le mani addosso al ragazzo…

Intervengo e chiedo CORTESEMENTE al signore di calmarsi… lui con estrema “grazia” mi risponde: “Zitta e levati… stronza”!

MINCHIA… evviva la serenità!!!

Scusatemi tanto… ma non era che la vecchia generazione doveva educare noi “giovani”?

Dico: “Scusi?… Sono una giornalista… sto chiamando immediatamente la municipale… lei è un razzista e una persona maleducata… non si risponde così a una donna”.

Di tutta risposta il signore mi dice: “E si faccia la giornalista… si faccia la giornalista… cretina che difende questo bugiardo negro”!

Ok… penso (cazzo faccio?)… prendo un respiro a polmoni aperti… penso ai miei anni vissuti dentro uno stadio… penso a come sono abituata a difendermi… penso che sono Malefica… e nessuno può “mangiarmi” in questo modo…

Mi avvicino… e inizio a urlare… davanti alla municipale… che può darmi delle “stronza” e della “cretina” quanto vuole… ma “bastardo” o “sporco negro” NO!

Mi avvicino al ragazzo… gli metto una mano sulla spalla e gli dico di stare tranquillo…

Mi sposto e accendo una sigaretta… ho un eccessivo bisogno di nicotina…

In soccorso dell’”educatissimo” lord inglese giungono due ragazzi… contraddistinti da un’unica parola… RAZZISMO… carte d’identità in mano… lasciano una deposizione di qualcosa che non hanno neanche visto…

Ok… spengo la cicca e ne accendo un’altra… non sarà il fumo ad uccidermi oggi…

E’ il mio turno… porgo il mio documento d’identità senza alcun timore (pensate che i soccorsi del signore hanno minacciato di picchiare chiunque avesse appoggiato il ragazzo di colore)…

Io non ho paura… non ho paura cazzo…

Non posso aver paura… la paura non porta da nessuna parte… e se iniziamo ad avere paura queste situazioni non smetteranno mai di esistere…

Non ho paura delle minacce… non ne ho mai avuta… e non l’avrò mai…

Inizio la mia deposizione…

Chi fa questo lavoro deve (dovrebbe… facciamo così…) “deontologicamente” narrare sempre il vero…

Spiego tutto nei minimi dettagli…

Tutto viene messo a verbale… firmo…

Accendo un’altra sigaretta… ho i nervi a fior di pelle…

Mi giro e imploro il vigile di aggiungere una cosa…

“Certo” – mi risponde!

“Quell’uomo ha insultato con razzismo un povero ragazzo che non ha detto una parola… questo non posso accettarlo… accetto gli insulti nei miei confronti… ma questo no… non posso farlo… o non mi sentirei un essere umano” … dico senza fare una piega!

Anche questo viene messo a verbale… appongo ancora una firma e lascio altre persone a testimoniare per il ragazzo!

Resto immobile a fissare tutto… alzo ripetutamente gli occhi al cielo e rifletto sulla bassezza dell’essere umano.

Merda… abbiamo telefoni super tecnologici… macchinoni… e siamo ancora fossilizzati sul razzismo e sul fatto che una donna non possa parlare…

Ok… allora lo sottolineo… io non sono una donna… io sono Malefica… e nessuno riuscirà mai a tapparmi la bocca… dirò sempre la verità… dirò sempre quello che penso!

Saluto…

Il ragazzo mi corre in contro… mi abbraccia e mi ringrazia…

Lo guardo dritto negli occhi e gli dico: “Non ringraziarmi… dammi la mano (gli faccio poggiare la mano nella mia)… siamo uguali lo vedi? Scusa… scusaci se puoi… scusa se ti sei sentito dire delle cose cattive… sei stato un signore… ci vediamo presto”.

Torno a casa… il mal di testa mi comprime la scatola cranica…

Ci rivedremo tutti in tribunale… ci rivedremo presto…

Io non ho paura…

Io non chiuderò mai la bocca…

Io non mi piegherò mai davanti a queste vomitevoli scene…

Vado ad asciugare il veleno che mi cola, costantemente, dai bordi della bocca…

Baci “malefici” a tutti… anzi… no… oggi non bacio nessuno…

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