Sono stata molto tentata prima di intraprendere questa lettura. Diciamo che la trilogia di “Cinquanta sfumature”, come avrete letto, non mi ha particolarmente esaltata.
Alla fine ho ceduto alla tentazione iniziando a leggere il primo e il secondo volume di Sylvia Day in testa alle classifiche del “New York Times” e “USA Today” e autrice di beststeller internazionali (ha scritto più di dieci romanzi definiti “un’avventura esaltante”).
Che dire? Partiamo da un presupposto base… sia “A nudo per te” sia “Riflessi di te” hanno una caratteristica, a mio parere, quello di essere estremamente snervanti…
Il “dio” denaro regna sovrano sopra ogni rapporto d’amore.
Il protagonista maschile è, quasi, la fotocopia dell’amato Grey (Cinquanta Sfumature).
Editi dalla Mondadori, i due romanzi (non credo leggerò la terza parte) parlano di Eva Tramell, giovane neolaureata che sta per iniziare il suo primo lavoro all’interno di un’importante agenzia pubblicitaria a Manhattan. Lui, invece, è Gideon Cross, carismatico e affascinante uomo d’affari, proprietario dell’agenzia e del lussuoso palazzo in cui entrambi lavorano. Quando s’incontrano per la prima volta l’attrazione tra loro è istantanea e irresistibile, di quelle che non lasciano alcuno scampo. Gideon desiderava Eva più di ogni altra cosa, ma rifiutava, allo stesso tempo, qualunque coinvolgimento sentimentale, per evitare di mescolare sesso e amore
Entrambi (come in Cinquanta Sfumature) si ritrovano a fare i conti con un passato difficile e tormentato, e quando inizia a farsi strada un sentimento più profondo, le barriere che hanno faticosamente costruito negli anni per proteggersi rischiano inevitabilmente di crollare.
Sullo sfondo della New York sfavillante dell’alta finanza, dove apparenza e ricchezza contano più di ogni altra cosa, Eva e Gideon sono costretti a mettersi totalmente in gioco e a lasciarsi andare alla loro ossessione.
La trama non spicca come non spicca la forma di scrittura. Non c’è un minimo di caratterizzazione dei personaggi, l’unica cosa che si sa di loro è che sono belli.
Tutti.
Non importa che siano uomini, donne, istruttori, madri o amiche.
Di tutti sappiamo solo che sono belli e attraenti, al limite si qualcuno c’ è concesso sapere che è pieno di soldi.
Non c’è un minimo filo narrativo, assenza completa di trama.
Se qualcuno, quindi, si era sconvolto per la famosa “stanza rossa” di “Cinquanta Sfumature” (compresi tutti i nomi dei vari giocattoli erotici) in questi volumi s’imbatterà in una lettura decisamente esplicita per quanto riguarda il sesso.
4/5 del libro, infatti, sono dedicati agli animalisti amplessi dei protagonisti, privi di ogni emozione e piatti come un’asse da stiro.
Facile da riassumere.
Lui è lei si vedono per circa 3 secondi, si accoppiano come ricci famelici affinché capiscano quanto si amano e quanto sono fatti l’uno per l’altra (mah!!!).
Il tutto avviene in un lasso di tempo di circa 1/4 d’ora.
Fine della trama.
Poi, nell’estremo tentativo di rendere la storia interessante, di punto in bianco compaiono i fantasmi del passato che, non ci vuole uno psicologo a capirlo, cozzano terribilmente con l’attuale atteggiamento dei protagonisti.
A questo punto viene da fare una riflessione. Se con Grey ha funzionato… perché non riproporlo? O meglio ancora… perché non riproporre tutto? Beh… è quello che è stato fatto!
L’ennesima lettura scarna. L’ennesima lettura ibrida che, nel bene o nel male, sta spingendo giovani e meno giovani a “concentrarsi” (forse è un parolone) nella lettura.
Non leggerò di certo il terzo capitolo… anzi…
A costo di sembrare banale… apro di corsa “Un cappello pieno di ciliegie” della grande Oriana Fallaci… queste si che sono letture.