Volevo sicuramente tornare in maniera meno turbolenta e decisamente più frivola visto anche il caldo rovente di questa strana estate.
Volevo tornare in punta di piedi scrivendo, magari, di stupidaggini che fanno sorridere i miei lettori. Volevo tornare con una recensione “tragicomica” di un libro cult dell’estate 2015 e invece… invece torno per scrivere di pregiudizi e morte.
Solitamente, nonostante nella vita quotidiana sia completamente l’opposto di quello che sono nella vita lavorativa, mi trovo costretta ad essere abbastanza garantista.
Poi succedono cose che ti fanno accapponare la pelle perché, come in mille altre situazioni tragiche non si punta più al problema di fondo ma al contorno.
Si, al contorno. Perché oggi, purtroppo, ė troppo semplice puntare i dito nonostante tutto crolli come dopo un esplosione. Nonostante il mondo sembri inghiottito dai peggiori fumi tossici che intasano il cervello e il cuore rendendo ibrida la gente.
Muore Ilaria. 16 anni. La trovano esanime. Riversa come una bambola di porcellana in una spiaggia. Il sorriso di Ilaria, sedicenne, adolescente si spegne. Si spegne per sempre lasciando spazio alla morte.
Ilaria ė una giovane vittima della sua età e della sua era. Di un’adolescenza che oggi, più di una fase della vita, sembra essere un problema di questa maledetta era.
Il corpo di Ilaria giace spento e sul suo conto si inizia a dire peste e corna.
Ilaria ha ingerito una pillola? Ilaria ha avuto un semplice malore? Ilaria viene descritta da una collega (sicuramente poco obiettiva e più portata a pezzi di colore piuttosto che alla cronaca) come una ragazza “difficile”. Una ragazzina “sballata”.
Il pezzo di cronaca scritto per “La Repubblica” e non per “Il Corriere dei piccoli” (con tutto il rispetto per quest’ultimo) vede la collega scrivere:
“il viso sfigurato dai piercing, compreso una perla sulla lingua, il lobo dell’orecchio destro sfondato, i capelli cortissimi rasati alle tempie a darle un aspetto ancor più mascolino così come l’abbigliamento, jeans larghi, maglietta nera e scarpe da tennis“.
Su quella bambola di porcellana con il viso “adornato” da palline di metallo e il lobo dell’orecchio dilatato come mille altre “normali” adolescenti si inizia a fantasticare dimenticando, come in mille altri casi, che il suo corpo ora ė rigido e lo sarà per sempre.
Piuttosto che attendere le indagini si mira a colpevolizzare un modo di volersi vedere allo specchio diversamente.
Ancora non ci sono certezza ma escono addirittura dei virgolettati dove quella bambola di porcellana sembra aver rilasciato delle dichiarazioni prima di esalare l’ultimo respiro.
Nessuna esclusiva su un’autopsia che non ha ancora parlato vendono tacciare una minorenne come drogata solo per l’aspetto fisico.
Quella bambola di porcellana ritrovata riversa, come dicono, con la bava bianca alla bocca inizia a divenire strumento della stampa che, non lascia sfuggire nulla al caso, tralasciando la deontologia. In meno di 24 ore sappiamo che la madre di Ilaria ė una rumena (come se avesse importanza conoscere la nazionalità di questa donna), che Ilaria era una dark lady prima e successivamente, senza un filo conduttore, viene associata al mondo dei centri sociali. Scopriamo come riportato dalla collega de “La Repubblica”: “Fumo, alcol, droghe leggere e sintetiche. Erano fatte di questo le serate di Ilaria, un’adolescenza resa ancora più difficile dal suo modo di vivere, dalla voglia di uscire da quel quartiere di case popolari Cataratti che non le offriva nessun futuro“.
Certo! Se dobbiamo essere gli stronzi del secolo con le sfere di cristallo per conoscere il futuro e il presente di persone che non conosciamo neanche diciamolo chiaramente e facciamola finita.
Aggiungiamo anche, grazie alla sfera di cristallo, che Ilaria era l’unica adolescente al mondo a litigare con la madre è che dai quartieri disagiati non si può uscire vivi. Aggiungiamo anche che tutti quelli che hanno deciso di “deturparsi” il volto o il corpo con qualche “perla” (qualcuno mi spieghi cosa sia sta perla perché io che ho lo stesso piercing alla lingua di Ilaria non ricordo di aver ingerito un’ostrica per poi vomitare una perla) siano tutti dei satanisti pronti a sacrificare al demonio anche il proprio genitore pur di compiacere il male. Diciamo anche che chi decide di uscire dagli schemi standard modificando il proprio corpo o rasando i capelli (cosa che va molto di moda tra le giovanissime e non solo) ė un assiduo fruitore di droghe leggere o sintetiche che siano.
Io penso soltanto che prima di esprimere un giudizio ed iniziare a scrivere encicliche o trattati di pace e di giusti e corretti usi e costumi bisognerà attendere e soprattutto mantenere il silenzio in segno di rispetto per una vita spezzata troppo in fretta.
Ė decisamente troppo presto per parlare di pasticche o di malori in un momento dove le ragazzine “bene” vendono il proprio corpo tramite degli squallidi video dove si masturbano sul web. Ė decisamente troppo semplice puntare il dito sulle scelte di indossare dilatatori ai lobi o “perle”. In un momento dove le discoteche vivono il terrore di ordinanze di chiusura perché dentro gira droga ė illogico incolpare chiunque giusto per trovare un colpevole e risolvere il giallo come nelle più seguite fiction televisive.
La droga c’è sempre stata e, probabilmente, ci sarà sempre. Basta solo decidere. Decidere se assumerla o meno. Decidere se rischiare o restare con i piedi per terra.
Di certo, oggi, c’è da dire che si perde sempre il senso della misura spingendo il piede sull’acceleratore per fare tanti clic e restare in vetta alla classifiche dimenticando, però, quanto sia crudele e doloroso mettere in pasto particolari dubbi al mondo intero in barba alla carte deontologiche che tutti abbiamo studiato e continuiamo a studiare con gli aggiornamenti.
Intanto di quella bambola di porcellana riversa sulla riva di una spiaggia con la bava bianca alla bocca non si ė detto nulla di buono… neanche che era una “semplice” ragazzina di sedici anni con problemi tipici di un’età che dovrebbe essere monitorata, sempre di più, sia dalle scuole sia dalle famiglie.
Ilaria è morta. Che sia colpa delle pasticche “cattive” o di un malore, a questo punto, poco importa… resta solo la triste certezza che, davanti alla morte, si dicono le cose peggiori pur di fare notizia calpestando la dignità di chiunque.
A presto…. magari con delle tematiche meno pesanti come quella di oggi…
Lasciamola riposare in pace. Per lei è iniziata una nuova vita, una vita più serena.lassù nessuno la giudicherà e le dirà le cose peggiori.