Ok. Giornata di super merda. Sono stanca. Stressata. Ho dovuto scrivere di un altro ragazzo andato via… ho pensato (e qualcuno dice che pensare fa ingrassare) troppo.
Mi è venuto il ciclo… ebbene si… succede anche alle streghe cattive. Mi sono trasformata in una sessuologa. Insomma… giornata pesantina ecco.
Avevo lanciato la palla a voi lettori e quindi questa sera avrei dovuto parlare di reality show. Di pseudo scrittori che stanno sporcando il mondo della vera scrittura. Avrei dovuto parlare di scimmie e di ufo. A qualcuno…. invece…. basta solo che io parli o meglio scriva….
E allora… eccomi… mi spiace se deluderò le aspettative di qualcuno ma questa sera mi sono sentita toccata da una storia drammatica e reale.
Una storia che mi ha segnalato Federica. Il protagonista è Samuel. Ha solo 19 anni. E tra il 24 e il 25 novembre ha deciso, come molti giovani, di trascorrere la notte a Catania. “Stavo finendo dentro una botola e ora non dormo più la notte”.
Sono queste le agghiaccianti parole di questo ragazzo che attendeva degli amici al viale Africa.
Parla al cellulare Samuel quando, improvvisamente, sente fischiare da lontano due tizi di nazionalità rumena. “Tu vieni con noi”. Il giovane allora inizia a velocizzare il passo ma viene raggiunto e costretto a seguire questi due individui. Inizia a urlare dentro un edificio buio ma nessuno si ferma ad aiutarlo.
Non servono le sue preghiere. Non serve la sua paura. I due romeni lo trascinano dentro una botola profonda sei metri. Lo minacciano prima di rapina e poi di morte. Iniziano i calci. Pugni e poi schiaffi. A Samuele viene rubato il telefono. Poi i soldi. I suoi documenti vengono strappati e con essi vengono portati via dei medicinali e un anello regalato da un’amica importante. Ma non finisce qui… gli viene sottratta una collanina di poco valore e l’orologio che portava al polso.
“Se parli uccideremo la tua famiglia”. A quel punto i due tizi scappano e Samuel resta solo. Arriva la polizia e l’ambulanza. La Polizia ora sta intervenendo per trovare i due aggressori. Samuel ora vive nel terrore. Samuel pensa e ripensa che poteva morire. Di lui, tramite un’amica, so che è molto scosso. Vuole giustizia Samuel e vuole che quello è successo a lui non accada mai più… a nessuno.
Ma in che “cazzo” di mondo viviamo? Spiegatemelo. Abbiamo perso il senso della ragione? Ma davvero si può terrorizzare in questo modo un ragazzo di 19 anni? Ma davvero possono ancora accadere queste cose?
A Samuel… va la solidarietà non solo di Malefica… ma di tutto lo staff di “Siracusa OnLine”. Ricomincia a sorridere e prendi in mano la tua vita… non fare in modo che degli “stronzi” possano rovinare il tuo lungo percorso. Non è facile dimenticare… ma prova a ripartire…. e fallo per te!!!
Questa sera mi sento più cattiva del solito. Sono indignata e provo vergogna per la società in cui viviamo.
Baci “malefici” per tutti… o quasi tutti.